Operazione Sophia, servono soluzioni costruttive


 

In seguito alla riunione informale dei Ministri europei della Difesa svoltasi ieri a Vienna in cui l’Italia ha minacciato di ritirarsi dall’operazione militare Sophia, la co-presidente dei Verdi Europei Monica Frassoni ha così commentato:

“La posizione del governo italiano sulla missione Sophia può sembrare ragionevole: una rotazione dei porti di sbarco, cosicché non tutti i migranti raccolti in mare debbano per forza arrivare in Italia, da attuare subito, senza aspettare i tre mesi che ci separano dalla fine del mandato della missione. Ancora una volta, però, si tratta di fumo negli occhi e non di soluzioni vere e costruttive, di minacce velleitarie che potrebbero risultare controproducenti.

Sophia è una missione militare che si occupa principalmente di proteggere le frontiere e svolge operazioni di ricerca e soccorso solo in via incidentale - infatti ha contribuito a meno del 10% dei salvataggi. Quello che invece noi chiediamo è un’operazione europea civile, non militare, che si occupi nello specifico di ricerca e soccorso nel quadro di un sistema di Dublino radicalmente diverso, basato sulla proposta del Parlamento europeo: ricollocazione obbligatoria sulla base di criteri chiari e trasparenti, un solido finanziamento europeo per contribuire alle procedure per il riconoscimento dell'asilo, sanzioni per chi non ci sta.

Se la ricollocazione è automatica non c’è assolutamente bisogno di far ruotare i porti di sbarco, né di fare correre ai migranti i rischi di lunghe traversate nelle intemperie, che possono durare giorni. Tre mesi sarebbero più che sufficienti per negoziare un accordo su un testo definitivo di riforma di Dublino e per l'adozione di un pacchetto di norme che sono già pronte da mesi dopo un duro lavoro al Parlamento e alla Commissione europea, ma bloccata proprio dai governi che oggi considerano Salvini un "eroe".

È quella l'Europa che non c'è, Ministra Trenta: questo governo non fa gli interessi dell'Italia.”

 

Bruxelles, 31 agosto 2018