La battaglia sul bilancio UE non è solo una questione di soldi, ma una vera questione di sopravvivenza del progetto europeo


 

Oggi il Parlamento europeo si è espresso sulla prima tappa della fondamentale definizione del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2020/2027: scegliere dove destinare le risorse significa scegliere le priorità politiche della UE.

La co-presidente dei Verdi europei Monica Frassoni ha così commentato:

"Definire l’ammontare e l’allocazione dei fondi europei è sempre stato un esercizio molto difficile e lo sarà vieppiù ora che la Brexit lascerà un buco di almeno 13 miliardi. È urgente aprire una discussione su come accompagnare con risorse adeguate politiche – che non sono più solo nazionali – su economia e occupazione, clima, ricerca e integrazione climatica, sociale, della sicurezza. Viviamo però in un clima molto negativo, in cui ogni governo sembra avere come unico obbiettivo contribuire di meno e ricevere di più. Tra questi anche l’Italia, in cui i vincitori delle elezioni, e in particolare Salvini, parlano minacciosamente di tagliare i contributi alla UE, con un atteggiamento allo stesso tempo velleitario e miope che metterà l’Italia fuori dalla partita su come cambiare il bilancio UE.

Abbiamo bisogno invece di un bilancio flessibile ma solido, capace di affrontare le sfide del futuro. La Brexit deve essere l’occasione per eliminare  le eccezioni e i privilegi concessi a questo o quel paese e che rappresentano un freno importante a una visione comune ed equa del bilancio della UE.

Secondo noi, il bilancio della UE deve cambiare priorità ma non deve essere tagliato, bensì aumentato. Esso rappresenta oggi un misero 1% del PIL europeo (contro il 17% del bilancio USA) e ridurlo significherebbe indebolire ulteriormente gli strumenti già insufficienti di azione comune. Accogliamo perciò con favore la posizione assunta dal Parlamento, che ha votato per introdurre nuove risorse anche da tasse verdi e digitali. Il Parlamento spinge anche per un aumento del bilancio UE allo 1,3% del PIL: di certo un miglioramento, ma ancora troppo piccolo.

Inoltre, la UE deve allineare le proprie spese con gli obiettivi della transizione ecologica della nostra economia e società. La proposta dei Verdi di aumentare la spesa in favore della lotta al cambiamento climatico dal 20% al 30% del budget totale entro il 2027 (al più tardi) è stata adottata: questo è un passo in avanti importantissimo, che dimostra l’importanza della presenza ecologista nel PE. È comunque ancora necessario rivedere in profondità le priorità di spesa, puntando sulla decarbonizzazione del sistema energetico dalla dipendenza dai fossili. In particolare, bisogna impegnarsi per accompagnare cittadini e lavoratori verso nuovi tipi di occupazione e, in definitiva, verso nuovi modi di vivere.

La UE potrà superare la sua attuale impopolarità se interverrà rapidamente con precisi strumenti comuni contro la piaga gravissima della disoccupazione giovanile e delle disuguaglianze crescenti in tutta la UE (compresa la prospera Germania che è oggi il paese europeo nel quale chi perde il lavoro è a maggior rischio povertà) e se investirà in infrastrutture che migliorino l'efficienza energetica, in quelle digitali e nella ricerca. 

La battaglia sul bilancio UE non è solo una questione di soldi, ma una vera questione di sopravvivenza del progetto europeo per i prossimi anni.”

 

Bruxelles, 14 marzo 2018