Il nuovo governo Draghi.Dubbi sul Verde e troppo maschile. Per sua scelta.


Così in Italia abbiamo un nuovo governo.I

Lo confesso, nonostante Draghi, sono tutt'altro che entusiasta.

Ci sono 15 ministri "politici" e 8 "tecnici". Solo 8 donne su 23.

Il ministero della Transizione ecologica non è un super ministero come era stato annunciato, ma il vecchio ministero dell'Ambiente più l'Energia. Il passaggio dell’Energia al Ministero dell’Ambiente sarebbe una bella notizia se a capo ci fosse un uomo o una donna veramente convinti che più che di transizione c’è bisogno di trasformazione ecologica, che conosca la macchina amministrativa, sappia parlare a tutti i settori, compresa la società civile, che sia pronto o pronta ad avviare l’eliminazione dei 19 miliardi e più di sussidi pubblici ambientalmente dannosi che ogni anno pagano i contribuenti italiani; che sia in grado di rilanciare le rinnovabili, che in Italia sono fortemente penalizzate, prendendo sul serio efficienza energetica, biodiversità ed economia circolare, al riparo dalle lobby a partire da quella potentissima dell’ENI e che sappia garantire in Europa una presenza competente e forte, invece di quella flebile (e spesso a sostegno del gas) e non particolarmente incisiva nei temi ambientali che abbiamo visto all’opera nei due governi con i 5stelle.

Questo Ministero andrà a sorpresa a un eminente scienziato esperto di innovazione, Roberto Cingolani, per nulla noto per le sue convinzioni verdi. Sarà anche lui a coordinare il gruppo che gestirà la transizione verde, qualunque cosa questo significhi per Draghi e per lui stesso. Con tutto il rispetto per uno scienziato di grande fama e cultura che ha sicuramente fatto cose importanti, mi chiedo se avrà il profilo e la sensibilità giusti.  Non vi nascondo che sono molto perplessa.

La lettura di alcuni suoi articoli e scritti non mi rassicurano per niente. Andate a vedere un bel tweet di Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, che riporta come il neo-ministro abbia detto su una pubblicazione ENI che le energie rinnovabili sono troppo costose, o leggete altri interessanti scritti che parlano dell’importanza di fare compromessi tra sostenibilità e crescita (!) e mi sembra (non vorrei aver capito male) sostengano che tutte le tecnologie anche quelle fossili devono essere prese in considerazione nella transizione perché alla fine è con la tecnologia che si risolverà tutto. Purtroppo, in materia di ambiente e sostenibilità non è cosi: anche perché non abbiamo proprio tempo di aspettare che il petrolio o il gas vengano ripuliti. Bisogna sostituirli prima.

Senza contare che è il responsabile dell’innovazioni tecnologica di Leonardo-Finmeccanica, impresa a capitale pubblico per il 30% che si occupa di armi e areo-spazio. Cosa ci sarà di verde in tutto questo lo sanno solo Draghi e pochi altri.

Ovviamente lungi da me alimentare pregiudizi su una persona molto prestigiosa che non conosco, ma quello che ho letto forse troppo in fretta è esattamente il linguaggio di chi in fondo non crede che sia possibile fare economia cambiandola del tutto: eppure proprio in Italia, seconda Green economy d’Europa, si sa che la sfida di realizzare  politiche economiche, fiscali, industriali sostenibili non è trovare un “compromesso” fra sostenibilità e produzione industriale come ha sostenuto il neo-Ministro, ma esattamente di costruire una NUOVA economia che riesce ad essere competitiva e  a produrre lavoro perché sostenibile, usando meno risorse, riciclandole e preparandosi a non usare più gas e petrolio. Mi pare che ci sarà parecchio da darsi da fare per evitare che non sia il Ministero dell’Ambiente che ingloba il tema dell’Energia, ma il MISE che si appropria anche del Ministero dell’Ambiente.

Per fortuna c'è Enrico Giovannini per i Trasporti e le Infrastrutture, ex ministro del Lavoro, professore e instancabile presidente dell'ASVIS, che da anni lavora su come trasformare l'Italia in un paese socialmente solido e verde. È evidente che sarebbe stato lui il candidato naturale al Ministero della Transizione Ecologica e sarebbe interessante capire perché non è successo. Speriamo che lo lascino lavorare e speriamo che nella riscrittura del PNRR, se ci sarà, potrà riallocare i 32 miliardi che dovrebbe gestire in modo che non siano mangiati come era previsto dalla TAV e sia dato moltissimo più spazio a trasporti urbani, sicurezza, manutenzione e mobilità regionale. Avrà bisogno di molto sostegno perché il suo approccio è ultra minoritario nel governo Draghi e anche il Presidente del Consiglio, viste le scelte che ha fatto, non è forse cosi convinto in termini di scelte concrete della svolta verde di cui lui stesso ha parlato in sede di consultazioni.

 

Altro aspetto molto preoccupante, Salvini e Berlusconi sono tornati al governo, con ministri in parte già visti: Giorgetti (Lega) per l'industria è la lobby del cemento e dei fossili che torna (o rimane) al potere. Gelmini rientra dopo la disastrosa opera come ministro dell’Istruzione. Salvini, cosa non molto notata dai media e commentata, ha già iniziato a attaccare direttamente con nome e cognome alcuni ministri, Lamorgese e Speranza, con minacce di stampo para-mafioso: se non cambiano avranno bisogno di aiuto. Pensiamo per un attimo se chiunque altro avesse, prima del giuramento, fatto commenti simili…

 

Altro punto dolente e di specifica responsabilità di Draghi e Mattarella, è la presenza femminile al Governo.

Ad eccezione di Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale (esimia giurista ed ….esponente di Comunione e Liberazione -aiuto!), Lamorgese (interni) Massa (ricerca e università), le altre donne ministro sono senza portafoglio; il Ministero delle Pari Opportunità rimane nelle mani di una delle ministre uscenti che non si è distinta particolarmente nel suo ruolo nonostante la forte campagna che si era sviluppata da più parti per dare maggiore rilevanza e risorse al ministero; e, dulcis in fundo,  nessuna donna ministro è entrata in rappresentanza dei partiti "progressisti" in quota politica.

Altro tema molto rilevante, tutta la squadra che si occuperà del Piano Nazionale di Ripresa è al maschile: questo può essere normale visto che chi ha negoziato sono stati tutti uomini. Su questo tema, pur non giustificandolo più di tanto, il Segretario Zingaretti dice su Facebook che la scelta è stata di Draghi e Mattarella e che non sono stati indicati dal PD rose di nomi. E’ probabilmente vero che la scelta di Draghi e Mattarella sia andata a comporre una rosa si, ma delle correnti del PD, e che quindi il Cencelli abbia prevalso sul genere. Che evidentemente ha una importanza più limitata per il neo Primo Ministro. Vedremo sulle nomine che seguiranno, ma si tratta comunque di un vulnus importante e di una forte battuta di arresto, in particolare per ciò che riguarda i Ministeri che dovranno gestire la ripresa, rifare il Recovery e spenderlo.

In generale, comunque, e guardando all’Italia da una luminosa giornata qui a Bruxelles, si conferma ancora una volta che o abbiamo un partito ambientalista che può avere un gran numero di voti e di rappresentanza, e che ancora una volta il Movimento Cinque Stelle ha dimostrato di non sapere e di non volere essere, o in Italia non c'è né ci sarà molto spazio né per vere scelte di trasformazione ecologica né per le donne.

 

Monica Frassoni

13 febbraio 2021